Associazione Frida

Donne che sostengono donne

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La mostra No Violence Against Women è la mostra itinerante che Frida ha promosso in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione contro la violenza di genere.

La mostra si compone di alcuni dei manifesti dell'omonimo concorso realizzato nel 2011 dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite per l'Europaoccidentale (UNRIC), che prevedeva la creazione di un annuncio pubblicitario. La competizione è stata promossa da UNRIC in cooperazione con la nuova agenzia delle Nazioni Unite UN Women e con la Campagna del Segretario Generale UNiTE. La mostra si compone di 15 fotografie selezionate tra i manifesti scelti come finalisti,  tra i quali manifesti vincitori dei premi della giuria e del pubblico.

La mostra sarà visitabile:

dal 14 al 21 novembre presso la Biblioteca comunale di Castelfranco di Sotto

dal 24 novembre al 5 dicembre presso Palazzo Comunale di Fucecchio

dal 7 al 17 dicembre presso la Biblioteca comunale di Santa Croce sull'Arno

L'Associazione Frida ha organizzato la mostra in collaborazione con i Comuni del territorio del Valdarno Inferiore con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere e sensibilizzare anche chi di solito non partecipa alle iniziative sul tema.L'esposizione rappresenta una grande opportunità per vedere fotografie di grandi artisti/e dei vari paesi europei.

La mostra è gentilmente concessa da United Nations Regional Information Centre for Western Europe (UNRIC) - 2011 European Ad Competition, "No to Violence Against Women.

 

 

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Spesso si crede che la violenza venga agita soltanto fisicamente. Ma non è così. Esistono altri tipi di violenza, forse meno visibili o più difficilmente riconoscibili, ma altrettanto gravi.

Nella maggior parte dei casi ad agire violenza è il partner o l’ex-partner, o un uomo conosciuto di cui ci fidiamo. Per questo motivo spesso riconoscere la violenza o iniziare un percorso per uscirne è difficile.

Se a farci del male, fisicamente o psicologicamente, è un uomo che amiamo o che abbiamo amato, è necessario molto spesso un supporto per comprendere cosa sta succedendo e cosa si può fare. 

Non è facile accettare che stia succedendo proprio a noi, non è facile riconoscere che si tratta di violenza quella che subiamo, soprattutto se non si verificano o non si sono ancora verificati episodi di violenza fisica o sessuale.

 

Cosa fare

Se credi di subire qualsiasi tipo di violenza contatta il centro antiviolenza più vicino (scopri qua i centri della rete D.i.Re)

Se vuoi contattare Frida e il centro antiviolenza Frida Kahlo chiamaci al numero 346 75 78 833.

I centri antiviolenza possono darti una mano, darti ascolto, accogliere ogni tua domanda, darti consigli o offrirti un luogo sicuro nelle situazioni più rischiose, e se lo vorrai, potranno sostenerti nel percorso che tu deciderai di intraprendere.

I centri antiviolenza sono luoghi di donne pensati per le donne. Le operatrici sapranno accoglierti, senza giudicare le tue scelte, i tuoi timori e le tue incertezze e rispettando i tuoi tempi e le tue scelte. Sapranno ascoltarti senza mai sostituirti a te o forzarti in decisioni che non vorrai prendere.

La finalità dei centri antiviolenza è quella di sostenere le donne nella loro libertà e autodeterminazione, aiutare le donne a rimettersi al centro della loro vita e dare spazio ai loro desideri. 

 

Cosa non fare

Sopravvalutare le tue possibilità, pensare di poterlo tenere sotto controllo o di cambiarlo. Fidarti di un suo cambiamento, delle sue promesse, delle sue scuse. La violenza di genere è una spirale. 

Sottovalutare le sue azioni o sminuire i segnali di violenza o cercare giustificazioni ai suoi comportamenti violenti (“ha bevuto troppo” “è stanco” “ha problemi a lavoro”)

Credere che la colpa o la responsabilità sia tua e illuderti che cambiando i tuoi comportamenti lui possa smettere di essere violento (“se non avesse fatto così, lui non avrebbe reagito…” “mi aveva chiesto soltanto…avrei potuto dargli retta…” ).

Farti condizionare dalle sue minacce, soprattutto quelle che riguardano i figli (“ti faccio togliere i figli” “i servizi sociali ti toglieranno i bambini”), quelle economiche (“non ti darò più soldi, non troverai lavoro, non potrai mantenere i bambini…”)

Credere alle sue offese (“non vali niente, sei un’incapace, senza di me non sei nessuna o non sai stare al mondo…”)

Sperare che con il tempo la violenza finirà

Pensare che non ci sia via d’uscita dalla relazione o da lui.

Se vi siete lasciati, accettare un ultimo appuntamento o le ultime spiegazioni, rispondere ai suoi messaggi, chiamate, richieste.

 

 

 

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