Associazione Frida

Donne che sostengono donne
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Sabato, 01 Luglio 2017 14:30

Grazie alle donne del Mala Servanen Jin

Non possiamo dire che "grazie" alle donne che l'8 marzo, dopo la bella manifestazione a cui ha preso parte anche la nostra associazione, hanno creato Mala Servanen Jin, a Pisa, e che resistendo alla repressione istituzionale, se lo sono ripreso qualche giorno fa.

Come cittadine, anche se di altri comuni, le ringraziamo per avere trasformato un luogo pubblico abbandonato in un luogo di creazione e progettazione, cultura e accoglienza.

Come donne le ringraziamo per avere dato centralità a tematiche che coinvolgono tutte noi, seppur in modi differenti, come ad esempio la violenza, i diritti negati, la precarietà e la discriminazioni sul lavoro, la maternità e la sessualità.

Come attiviste femministe di un centro antiviolenza, le ringraziamo per avere costruito uno spazio di libertà.

Noi che quotidianamente ci impegniamo a supportare le donne, non possiamo e non vogliamo dimenticare chi e come per la prima volta ha fatto emergere il problema della violenza maschile. Sono state le donne, femministe, che si sono riunite in posti occupati, in spazi di libertà da loro creati. Lì le donne hanno iniziato a nominare la violenza, nelle sue varie forme e declinazioni, lì le donne hanno trovato il coraggio per raccontare le loro esperienze, gli abusi, le discriminazioni, e sempre lì in quegli spazi di libertà, insieme, hanno trovato la forza per progettare azioni di contrasto alla violenza.

Oggi, si parla spesso di violenza delle donne - e purtroppo molto spesso male - e anche le istituzioni si stanno impegnando in vari modi. Ma se non ci fosse stato il movimento femminista degli anni 60-70 prima, e se non ci fossero state le occupazioni degli anni '80-90 che hanno dato vita alle prime case delle donne e ai primi centri antiviolenza, il fenomeno della violenza maschile, come tante altre problematiche delle donne, sarebbero rimasse taciute chissà ancora per quanto tempo. Le donne, insieme, con le loro occupazioni, con la loro opposizione alle istituzioni e anche alle leggi, hanno rotto l'omertà e l'indifferenza della politica, sollevando questioni di cui oggi spesso si fanno promotrici molte istituzioni pubbliche.

Ci chiediamo quindi, come possono proprio quelle istituzioni pubbliche non capire, che uno spazio nato dal basso, da un gruppo di donne, può rappresentare una ricchezza per la cittadinanza e per la società. Come possono non capire che in quello spazio, dal confronto delle donne, potrebbero emergere questioni fondamentali che un domani potrebbero essere nella agenda della politica istituzionale. Dobbiamo forse credere che ci sia la volontà politica di non dare spazio ai diritti delle donne e a eventuali problematiche che ci riguardano? Ma come potrebbe ciò conciliarsi con le tante iniziative che proprio l'amministrazione comunale promuove in giornate come l'8 marzo o il 25 novembre? Come potrebbe conciliarsi con l'impegno di Comune e Prefettura nelle azioni di contrasto alla violenza, che li vedono accanto ai centri antiviolenza del territorio?

Confidiamo che le amministrazioni, non solo si impegneranno a garantire ai gruppi di donne la possibilità di creare spazi di confronto, ma che capiranno che dovrebbero ringraziare le donne che decidono di impegnare il loro tempo e le loro energie in quel confronto politico che già in passato ha fatto emergere diritti fondamentali, producendo un miglioramento non solo della vita delle donne, ma della società.

Sabato, 08 Aprile 2017 09:25

Scuola politica Darsi parola

Si tiene 8 e il 9 aprile la scuola politica della rete dei centri antiviolenza nazionale, Donne in rete contro la violenza, di cui fa parte anche Frida. 

Per maggio informazioni http://www.direcontrolaviolenza.it/scuola-politica-dire-pisa-8-9-aprile-2017/ 

Martedì, 07 Marzo 2017 17:13

8 marzo: Frida aderisce allo sciopero

L'associazione Frida aderisce allo sciopero indetto per l'8 marzo.
Quest'anno la giornata internazionale della donna sarà una giornata di mobilitazione a livello mondiale dedicata al contrasto della violenza di genere.
Frida, come altri centri antiviolenza della rete nazionale Dire, ha scelto di non chiudere il suo centro per continuare a garantire le attività fondamentali rivolte alle donne, ma le operatrici vestiranno i colori della protesta - nero e fucsia - e nel pomeriggio prenderanno parte al presidio che si terrà a Pisa.

Lo sciopero delle donne è stato lanciato, in più di 40 paesi, dal movimento "Ni una menos" dopo la manifestazione del 26 novembre, che anche in Italia ha visto scendere in piazza migliaia di donne, e alla quale anche Frida ha partecipato attivamente.

Con lo slogan "Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo" lo sciopero intende rilanciare come priorità politica il contrasto della violenza contro le donne, nelle sue più diverse forme.
Le donne si fermano dal lavoro produttivo e riproduttivo per dire basta al silenzio politico delle istituzioni che, come confermato dalla recente sentenza della Corte di Strasburgo, non attuano misure adeguate per contrastare quello che non è un fenomeno emergenziale, ma strutturale, che ha radici profonde di natura culturale; le donne si fermano per protestare contro le istituzioni che non garantiscono un supporto economico continuo ai centri antiviolenza gestiti dalle associazioni di donne.
Le donne dicono basta alla agenda politica che non assume come prioritarie le vite delle donne. Vite che vengono interrotte per mani di uomini che non accettano la libertà femminile, vite che vengono ferite dalla violenza, vite che sono rese sempre più difficili dalla precarizzazione del lavoro, che devono scegliere se lavorare o procreare, vite a cui è negato il diritto di interrompere una gravidanza legalmente, vite sottoposte a continue discriminazioni e offese, vite vissute da corpi sfruttati, abusati, violentati, trafficati e prostituiti, vite sfiancate dalla impari divisione del lavoro di cura, vite sfruttate dalle aziende alla ricerca della cosiddette qualità femminili.

Con lo sciopero si vuole quindi riportare al centro della politica la vita delle donne, i loro diritti e le loro libertà, perchè creare un società senza violenza e discriminazioni di genere significa creare una società migliore per tutti e tutte.

In questo 8 marzo di mobilitazione, in cui Frida festeggia il suo nono compleanno, l'associazione vuole ricordare che di strada ne è stata fatta tanta: dall'apertura di quel primo sportello a San miniato, aperto qualche giorno a settimana, alla progressiva apertura di sportelli in vari comuni fino all'apertura del primo centro antiviolenza del Valdarno Inferiore, aperto tutti i giorni e in grado di accogliere e dare ospitalità alle donne. Di strada ne è stata fatta anche con le istituzioni, che nel 2008 sentivano per la prima volta alcune parole e iniziavano ad accorgersi della violenza sulle donne, e che oggi riconoscono e sostengono il lavoro autonomo dell'associazione e del centro antiviolenza.
Di strada ne è stata fatta, lo sa Frida e lo sanno anche tutte le altre donne, ma l'obiettivo non è stato raggiunto, anzi è ancora molto lontano. Per questo è importante fermarsi l'8 marzo per fermare la violenza e la discriminazione ancora così diffusa nel nostro paese e nel mondo.

Dopo questa giornata di mobilitazione Frida dà appuntamento alla cittadinanza, oltre che alle varie iniziative promosse dalle istituzioni del territorio, ad una cena di sostegno in favore del centro antiviolenza Frida Kahlo, sabato 18 marzo presso la Casa del popolo di Castelfranco di sotto.

Domenica, 05 Marzo 2017 13:07

8 marzo: sciopero globale

L’8 marzo le donne di 40 paesi del mondo hanno dichiarato uno sciopero globale dal lavoro produttivo e riproduttivo cui ha aderito anche la Women’s March di Washington.

Sarà un immenso evento planetario cui parteciperanno milioni di donne.

In Italia lo sciopero è indetto da #nonunadimeno, di cui la rete D.i.Re, che raccoglie 77 Centri Antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, fa parte fin dal primo giorno. In ogni paese e in ogni città italiana ci saranno cortei, flash mob, assemblee.

L'Associazione Frida come tutti gli altri Centri Antiviolenza della rete D.i.Re aderiranno allo sciopero e alla mobilitazione globale con l’obiettivo di cambiare la cultura che genera la violenza maschile. 

I Centri Antiviolenza partecipano quindi allo sciopero mondiale dell’8 marzo con varie modalità, ma sempre riaffermando la natura del lavoro politico dalla parte delle donne.

Nessun Centro Antiviolenza accetterà gli inviti istituzionali e rituali dell’8 marzo. 

Per saperne di più : http://www.direcontrolaviolenza.it/8-marzo-sciopero-globale-dal-lavoro-produttivo-riproduttivo/ 

https://nonunadimeno.wordpress.com/ 

 

Mercoledì, 16 Novembre 2016 21:47

Non una di meno

Un terzo delle donne italiane, straniere e migranti, subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, spesso fra le mura domestiche e davanti ai suoi figli. Dall’inizio dell’anno decine e decine di donne sono state uccise in Italia per mano maschile. La violenza maschile sulle donne non è un fatto privato né un’emergenza ma un fenomeno strutturale e trasversale della nostra società, un dato politico di prima grandezza che affonda le sue radici nella disparità di potere fra i sessi. Le politiche di austerity e riforme come quelle del lavoro e della scuola, in continuità con quanto accaduto negli ultimi dieci anni, non fanno altro che minare i percorsi di autonomia delle donne e approfondire le discriminazioni sociali, culturali e sessuali.

La violenza attraversa ogni aspetto dell’esistenza, controlla e addomestica i corpi e le vite delle donne: in famiglia, sui luoghi di lavoro, a scuola, all’università, per strada, di notte, di giorno, negli ospedali, sui media, sul web.
La violenza maschile sulle donne può essere affrontata solo con un cambiamento culturale radicale, come ci hanno insegnato l’esperienza  e la pratica del movimento delle donne e dei Centri Antiviolenza, che da trent’anni resistono a ogni tentativo delle istituzioni di trasformarli in servizi di accoglienza neutri, negando la loro natura politica e di cambiamento.

Adesso basta! è il grido che si alza da più parti nel mondo.
In Polonia, in Argentina, in Spagna gli scioperi e le proteste delle donne che si ribellano alla violenza e al femminicidio e lottano per l’autodeterminazione femminile hanno paralizzato interi paesi. I corpi delle donne invadono le strade, costruiscono ponti e narrazioni comuni da una parte all’altra del mondo. La mobilitazione dilaga ben al di là dei confini nazionali e porta alla ribalta la potenza politica delle donne.
Anche a Roma lo scorso 8 ottobre, dopo mesi di mobilitazione, un’assemblea affollata da centinaia di donne ha deciso di scendere in piazza, di riprendere parola di fronte alla strage di donne e alle tante forme di quotidiana violenza.
Questa lotta appartiene a tutte, cancella i confini e non conosce geografie. Va in tal senso rispedita al nte qualsiasi strumentalizzazione razzista che tenti di ridurre la violenza a un problema di ordine pubblico. Con la stessa forza va denunciata ogni forma di violenza contro lesbiche e transessuali, tesa a imporre un modello eteronormato di società non rispondente né alla realtà né ai desideri delle persone. Se toccano una toccano tutte!
Per queste ragioni il prossimo 26 novembre, in corrispondenza con la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, scenderemo in piazza a Roma da tutta Italia dietro lo striscione comune con lo slogan Non Una di Meno!, per una grande manifestazione delle donne aperta a tutt* coloro che riconoscono nella fine della violenza maschile una priorità nel processo di trasformazione dell’esistente.

Il corteo partirà da piazza della Repubblica alle 14, attraverserà le vie del centro di Roma toccando alcuni luoghi simbolici, e terminerà in Piazza San Giovanni. Non saranno accettati all’interno del corteo bandiere, slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito e sindacali. L’obiettivo sarà al contrario di articolare, diffondere e comunicare, nel modo più efficace possibile, i contenuti e le parole d’ordine emersi nella costruzione condivisa a livello nazionale e territoriale della mobilitazione. A questo scopo, il blog https://nonunadimeno.wordpress.com/ si mette a disposizione come spazio di confronto e di condivisione di materiali comunicativi e contributi di approfondimento in vista del 26 novembre.
Consideriamo il 26 la prima tappa di un percorso capace di proporre un Piano Femminista contro la violenza  maschile e una grande mobilitazione che affermi e allarghi l’autodeterminazione femminile.
È quindi convocata per il 27 novembre dalle 10, nella scuola elementare Federico Di Donato (via Nino Bixio 83), una nuova l’assemblea nazionale, articolata per tavoli tematici, definiti nel corso dell’assemblea dell’8 ottobre, e che si concluderà con una plenaria in cui discutere di come dare continuità e respiro al percorso di elaborazione,di confronto e  proposta.

#NonUnaDiMeno!

Mercoledì, 16 Novembre 2016 21:10

Sensibilizzare per prevenire, non per offendere

Il manifesto affisso nella Biblioteca del Comune di Castelfranco di Sotto, contestato dalla consigliera Rossi fa parte di una  mostra “No to violence against women” promossa dall’Associazione Frida nel novembre 2015 in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La mostra si componeva di alcuni manifesti dell’omonimo concorso realizzato nel 2011 dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite per l’Europaoccidentale; Si trattava di una mostra itinerante che è stata esposta nelle biblioteche e nei Palazzi Comunali dei Comuni di San Miniato, Santa Croce suul’Arno, Montopoli in Val d’Arno, Castelfranco di Sotto e Fucecchio.

Quest’anno in occasione della campagna della Regione Toscana  "Ma dove? In biblioteca"  che aveva come tema la violenza di genere sono state forniti alcuni manifesti della mostra alle Biblioteche insieme a del materiale informativo del Centro Antiviolenza Frida Kahlo gestito dall’Associazione Frida.

Con la vicinanza della giornata internazionale per la violenza contro le donne è stato deciso di lasciare esposti i manifesti del concorso al fine di sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza sul tema della violenza contro le donne.

Il manifesto “incriminato”, nel quale si legge “la violenza sulla donna non lascia il segno solo sulla donna”, è una chiara e diretta rappresentazione di quello che è la violenza assistita, violenza di cui ancora oggi si  parla poco.

Generalmente quel manifesto è appeso in una stanza del nostro centro antiviolenza dove quotidianamente ascoltiamo le storie di molte donne che subiscono violenza dal proprio partner e non appena queste donne pongono l’attenzione su quel disegno ritrovano in esso la raffigurazione di quanto succede nel loro case.

Siamo felici che il manifesto abbia aperto questa discussione, e accogliamo con interesse qualsiasi confronto e opinione, ma ci dispiace che sia stato definito volgare e offensivo. Ciò che è rappresentato nel manifesto corrisponde alla realtà che molte bambine e bambini sono costretti a vivere quotidianamente, spesso nel silenzio e nell’indifferenza. Vivere con un padre che maltratta la proprio madre, significa ascoltare  offese  continue alla propria madre (e “brutta puttana” ne è solo un piccolo esempio), vederla umiliata e spesso anche picchiata. Questa è la realtà della violenza assista, la realtà su cui il manifesto ci invita a riflettere. E questa realtà non può, anzi non deve essere nascosta ai bambini/e che hanno la fortuna di vivere in contesti familiari sereni e non violenti. È necessario sicuramente, aiutarli a comprendere il significato di quelle parole, di quel disegno, è necessario rispondere alle loro domande. Renderli consapevoli significa fare prevenzione, perché i bambini un domani, neanche troppo lontano, saranno adulti e potrebbero agire o subire violenza. Parlare con loro di questi temi, anche se  a qualcuno sembrano inappropriato, significa proteggerli dalla violenza.

L'Associazione Frida lavora da anni sul territorio per il contrasto della violenza e ha promosso molti progetti anche nelle scuole sugli stereotipi di genere. Sappiamo quindi quanto sia importante lavorare con i bambini/e con i linguaggi appropriati ma sappiamo anche che il più grande errore che si possa fare, e che per troppo tempo si è fatto, è quello del silenzio. Sulla violenza contro le donne per decenni, si è taciuto, spesso per vergogna, spesso per inconsapevole accettazione, altre volte per onere o per pudore. Ecco oggi nel 2016 il silenzio non è più accettabile, perché una donna nel nostro paese ancora oggi viene uccisa ogni due giorni per mano di uomo, perché una donna nel nostro paese nel contesto familiare ( e non solo) viene chiamata ancora troppo spesso puttana. Ed è bene che anche i nostri figli lo sappiano se vogliamo che ciò non succeda più. 

Venerdì, 11 Novembre 2016 05:57

Videiamo la violenza

Nell’ambito della campagna Step Up! lanciata a maggio 2016 in contemporanea in tutta Europa che ha come obiettivo di rafforzare il diritti delle donne vittime di violenza, Di.R.e. invita tutti i giovani partecipare al YOUTH VIDEO AWARD!

Lanciato in Italia sul sito di D.i.Re con il titolo ”Videiamo La Violenza” è un concorso rivolto ai giovani dai 18 ai 25 anni, organizzazioni giovanili, scuole e dipartimenti universitari che si occupano di media e cinema per avere un ruolo attivo nel concorso.

L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare i giovani sulle tematiche della violenza sulle donne e di incoraggiare le donne a cercare aiuto e supporto.

Il concorso e la campagna sono promossi da D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), associazione che raccoglie 77 centri antiviolenza, tra i quali anche il nostro centro Frida Kahlo, ha raccolto in collaborazione con la rete WAVE (Women Against Violence Europe) che raggruppa i Centri antiviolenza in 46 paesi europei.

Per saperne di più Concorso Videiamo la violenza

Martedì, 25 Ottobre 2016 09:28

Non una di meno

Non una di meno: Tutte insieme contro la violenza maschile sulle donne

Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Vogliamo che sabato 26 novembre Roma sia attraversata da un corteo che porti tutte noi a gridare la nostra rabbia e rivendicare la nostra voglia di autodeterminazione.

Non accettiamo più che la violenza condannata a parole venga più che tollerata nei fatti. Non c’è nessuno stato d’eccezione o di emergenza: il femminicidio è solo l’estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica. E’ una fenomenologia strutturale che come tale va affrontata.
La libertà delle donne è sempre più sotto attacco, qualsiasi scelta è continuamente giudicata e ostacolata. All’aumento delle morti non corrisponde una presa di coscienza delle istituzioni e della società che anzi continua a colpevolizzarci.

 

 

Perché il 25 novembre?

Nel dicembre 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiara, in memoria dell'uccisione delle sorelle Mirabal, il 25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Le sorelle Mirabal, Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa, combatterono la dittatura del dominicano Rafael Trujillo.
Il 25 novembre 1960 le tre donne vengono prese in un'imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise. Il loro brutale assassinio risveglia l'indignazione popolare che porta nel 1961 all'assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della dittatura.

Cos'è la violenza sulle donne?
La violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente inuguali tra gli uomini e le donne (Piattaforma di Pechino 1995).

La violenza comprende "tutti gli atti di violenza contro il genere femminile che si traducono, o possono tradursi, in lesioni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della liberta" (Convenzione di Istanbul ratificata dall'Italia nell'agosto 2014)

Esistono molti tipi di violenza contro le donne: sessuale, fisica, psicologica, economica, stalking, mutilazioni genitali femminili, tratta, prostituzione forzata, matrimoni combinati, ecc.

La violenza è un fenomeno diffuso. In Italia sono quasi 6 milioni 800 mila le donne che hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita (Istat indagine La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia 2015).

Ad agire violenza sono gli uomini di tutto il mondo, senza distinzioni di nazionalità, religione, estrazione sociale, età. La larga maggioranza delle violenze sono agite all'interno di relazioni intime (matrimoni, convivenze, fidanzamenti) e all'interno della famiglia.


Chi può sostenere le donne contro la violenza?
In Italia esistono 73 centri antiviolenza (CAV) appartenenti alla rete nazionale D.i.Re. I CAV offrono alle donne accoglienza, ascolto e sostegno nei loro percorsi di uscita dalla violenza. Offrono consulenza legale e ospitalità nei casi a rischio. Rimettono le donne al centro della loro vita, e le accompagnano nell'elaborazione del loro vissuto e le aiutano a ricostruire una vita libera dalla violenza.
L'Associazione Frida di San Miniato fa parte della rete D.i.Re, e nel 2013 ha aperto il primo centro antiviolenza del Valdarno Inferiore, il centro antiviolenza Frida Kahlo.

 

Martedì, 25 Novembre 2014 19:13

Le pari opportunità vanno a scuola

invito26nov14Frida interviene all'iniziativa pubblica "Le pari opportunità vanno a scuola" promossa dalla Consigliera di Paritá di Roma che si terrà domani 26 novembre a Roma via Cesare dei Lollis (sala Pasolini) ore 9.30.

Sarà presentato il progetto Consapevolmente Pari realizzato da Frida nel territorio del Valdarno Inferiore negli anni 2013 e 2014 e il video realizzato nell'ultima edizione del progetto.

 

 

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