Associazione Frida

Donne che sostengono donne
Associazione Frida

Associazione Frida

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:08

Mutilazioni Genitali Femminili

adidjaLe Mutilazioni genitali femminili

"Le mutilazioni genitali femminili comprendono tutte le pratiche che portano alla rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o ad altri danni agli organi genitali per ragioni non terapeutiche" (WHO, UNICEF, UNFPA, 1997)

Secondo i dati più recenti dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), tra i 100 e 140 milioni di bambine, ragazze e donne nel mondo hanno subìto una forma di mutilazione genitale.
L'Africa è di gran lunga il continente maggiormente interessato da tale fenomeno infatti in 27 stati africani vengono praticate in forme e percentuali diverse a seconda della regione e della comunità, altri casi sono stati rilevati nello Yemen, in India, Indonesia, Iraq, Malesia, Emirati Arabi Uniti e Israele.
Sono presenti anche in Europa, Australia, Canada e negli Stati Uniti, all'interno delle comunità migranti provenienti dall'Africa e dall'Asia sud-occidentale. I termini più comuni per riferirsi a tali pratiche sono circoncisione femminile, sunna, clitoridectomia, escissione, infibulazione, mutilazioni e/o modificazioni dei genitali femminili (Mgf), female genital mutilation/cutting (Fgm/C).
Il 90% delle MGF praticate è di tipo escissorio (rimozione di parti dell'apparato genitale esterno femminile) mentre il 10% comprende la pratica dell'infibulazione ovvero il restringimento dell'orifizio vaginale a cui può essere o meno associata anche un'escissione.
Le MGF sono praticate per lo più da musulmani ma anche da cristiani (protestanti, cattolici e copti), ebrei, animasti e atei sebbene in nessuna religione vi siano dettami ai quali poter ancorare tali tradizioni. Vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni.
Ogni comunità ha delle proprie ragioni specifiche che sottendono tali pratiche (estetiche, igieniche, sessuali, sanitarie) tuttavia la caratteristica trasversale del fenomeno si basa sulla volontà di controllo sul corpo femminile come strategia di assoggettamento delle donne.
Le MGF rappresentano un grave forma di violenza fisica e psicologica da cui possono derivare conseguenze fisiche e psicologiche a breve e lungo termine sulla salute della donna.
Gli Organismi Internazionali (come Unicef, OMS), quasi tutti gli stati occidentali, africani e mediorientali sono uniti nel sostenere che le MGF rappresentano una grave violazione dell'integrità fisica, psichica e morale delle donne nonché una forma di discriminazione nei confronti del genere femminile e si stanno impegnando per ottenere una riduzione rilevante entro il 2015, anno per cui è stabilito il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Nel nostro paese vige la legge specifica n° 7 del 9 gennaio 2006 che condanna chiunque esegua tali pratiche per ragioni non terapeutiche.

 

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:07

Stalking

india-3STALKING

Il verbo inglese "to stalk" significa, letteralmente «avvicinarsi furtivamente, seguire, molestare ossessivamente, perseguitare». Il termine stalking, ormai adottato nella sua forma originale anche nel lessico italiano, è utilizzato per indicare un insieme di comportamenti molesti e continui, costituiti da ininterrotti appostamenti nei pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati dalla vittima, ulteriormente reiterati da intrusioni nella sua vita privata alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate oscene o indesiderate, o altro.

Il reato di stalking è stato recentemente previsto anche all'interno del Codice Penale Italiano che, all'articolo 612-bis, dal titolo atti persecutori, al comma 1 recita: «salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita».

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:06

Tratta

maniLA TRATTA

"La condizione di prostituta in nessun modo può ritenersi un lavoro, senza che ne venga colpita la dignità di tutte le donne, senza che continui a esserci un segno di discrimine tra i generi: quello che compra e quello che è comprato." (Maria Grazia Pasuello)

La prostituzione oggi nel nostro Paese è prevalentemente esercitata da giovani donne di origine straniera, provenienti soprattutto dai paesi dell'Europa dell'Est e dalla Nigeria che spesso fuggono da condizioni di miseria, accettano proposte di lavoro in Europa e cadono così nella rete dei trafficanti che le costringono a prostituirsi, sottraendo loro praticamente tutto e rendendole schiave.

Per tratta si intende il reclutamento, il trasferimento e l'accoglienza delle persone - mediante minaccia o impiego di forza e di altre forme di coercizione, rapimento, inganno o abuso di potere - per finalità di sfruttamento delle stesse. Lo sfruttamento comprende la prostituzione, le diverse modalità di abuso sessuale, il lavoro forzato, la schiavitù, l'asservimento e il prelievo di organi.
La tratta di donne a scopo di prostituzione forzata costituisce un grave abuso dei diritti umani perché si compone di una serie di torture e maltrattamenti, privazione della libertà, negazione del diritto alla salute e dell'accesso alla giustizia.

Nella quasi totalità dei casi le donne, una volta giunte nel paese di destinazione, scoprono di aver accumulato, come spesa del viaggio, un debito considerevole. L'obbligo di restituire i soldi ai trafficanti/sfruttatori, che spesso hanno la possibilità di contattare e minacciare la famiglia di origine, la paura che i familiari scoprano la reale occupazione all'estero, le violenze fisiche e psicologiche subite dalle donne, costituiscono gli aspetti più considerevoli che le rendono schiave dei loro aguzzini. Le donne vengono stuprate, torturate fisicamente e psicologicamente e costrette a prostituirsi.

La prostituta è considerata un oggetto, anziché un soggetto, all'interno dello scambio, divenendo, di fatto, una persona fisicamente viva ma socialmente morta, cioè priva del potere di esercitare i propri diritti.
La prostituzione diviene funzionale al mantenimento di ruoli di potere tra i sessi: la prostituzione fissa e conferma il concetto di superiorità dell'uomo sulla donna.

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:05

Violenza domestica

chiara-1LA VIOLENZA DOMESTICA

La violenza domestica è la forma più comune di violenza esercitata contro le donne. E' un insieme di comportamenti violenti (agiti) o comportamenti minacciosi che includono violenze fisiche, economiche e sessuali da parte di un partner, un familiare o un ex partner che comporti morte, danno fisico, sessuale, psicologico o sofferenza perpetuata nel tempo.
La violenza domestica può comprendere la minaccia della violenza o la violenza vera e propria, violenza contro le proprietà, gli animali, o qualsiasi atto per intimidire, isolare la donna o il fare ricorso ai figli con l'obiettivo di avere un controllo sulla vittima. La violenza domestica non si conclude in un episodio isolato ma si protrae per un lungo periodo seguendo un escalation della violenza (spirale della violenza).

Laddove c'è violenza domestica, la relazione tra uomo e donna è una relazione asimmetrica, dove l'uomo violento gestisce un potere e un controllo mentre la donna lo subisce e vive una condizione di subordinazione rispetto al partner. Si parla infatti di violenza e non di conflitto. Il conflitto tra due persone è presente in quelle relazioni alla pari, relazioni simmetriche, dove le parti non vivono un disagio nell'esprimere il proprio parere e la donna si sente libera di esprimersi.

Pochi dati sono sufficienti a dare la misura dell'ampiezza e della gravità della violenza domestica su scala mondiale sebbene i dati a disposizione rappresentano spesso solo stime per difetto, in quanto la violenza domestica coinvolge le relazioni intime ed è senza dubbio uno dei reati meno denunciati. Può capitare che la donna, nel tentativo di difendersi dal prendere consapevolezza della sua situazione, tenda a proteggere il violento ed a cercare delle giustificazioni al suo comportamento, rifiuti di collaborare, esprima rabbia ed aggressività verso le Forze dell'Ordine o i Servizi Sociali se cercano di aiutarla, si assuma la responsabilità della violenza del partner.

"La violenza intrafamiliare è una delle negazioni più perniciose dei diritti umani, in quanto è perpetrata non da persone sconosciute ma da membri della famiglia, da persone di cui ci si fida. E' diffusa ovunque con conseguenze sia fisiche che emotive per le donne ed i bambini, mettendo a repentaglio la loro sicurezza economica, minando la loro autostima e le possibilità di una crescita normale".
(Relazione dell'Unicef , New York 2000)

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:04

Violenza economica

india-4Violenza economica

La violenza economica è qualsiasi atto che crea un comportamento di dipendenza economica della donna nei confronti dell'uomo.
Nel caso in cui la donna lavori, la violenza può essere agita nel mettere in atto delle strategie sul luogo di lavoro che porteranno al licenziamento della stessa oppure qualora la donna sia in cerca di lavoro può consistere nell'accrescere il suo senso di disistima per evitare che si proponga per eventuali posti di lavoro, partecipazione a concorsi, invio curricula ecc..
Tale tipo di violenza può essere esercitata anche nella forma di controllo ossessionante delle spese effettuate dalla donna oppure, qualora quest'ultima lavori, nel gestire il suo denaro.
Sabato, 30 Gennaio 2010 18:03

Violenza sessuale

sguardoLA VIOLENZA SESSUALE

La violenza sessuale è un qualsiasi atto di natura fisica, visiva, verbale o prettamente sessuale che viene vissuto da una donna come una minaccia, un'invasione o un attacco e che ha l'effetto di ferirla, umiliarla o toglierle la capacità di controllare il contatto intimo.
Sono violenze sessuali le vessazioni quali: la costrizione al rapporto intimo tramite l'uso di minacce, d'intimidazione o della forza fisica e la coercizione ad avere rapporti sessuali con altre persone.

 

Altri esempi di violenza sessuale sono: accusare una donna di essere sessualmente abusante, di essere frigida se non accetta di fare sesso con altre persone, toccare i suoi seni o genitali quando lei non vuole, insistere che lei indossi vestiti che non vuole indossare, fare pressione affinchè entri nel giro della prostituzione, accusarla di vestire con certi abiti per attrarre altri uomini, mettere a confronto il suo corpo con quello di altre donne o con le immagini di donne ritratte sui giornali, rifiutare di avere rapporti sessuali protetti, non rivelarle i rischi di malattie sessualmente trasmissibili che è possibile aver contratto, usare la conoscenza di violenze da lei subite in precedenza per abusare di lei e manipolarla psicologicamente.

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:03

Violenza psicologica

carlotta-dulwichLA VIOLENZA PSICOLOGICA

La violenza psicologica è, al contrario di quella fisica, la meno identificabile in quanto, non essendo quantificabile, sfugge all'indagine e alle analisi in merito pur rappresentando uno dei livelli più profondi ed insidiosi della violenza.
La violenza psicologica ha infatti lo scopo di esercitare potere e controllo sulla vittima, piegandone e subordinandone la volontà.
Il comportamento controllante del partner vuole l'isolamento della donna dalla sua famiglia e dagli amici, vuole controllare i suoi movimenti e restringere il suo accesso all'informazione e all'assistenza. La violenza psicologica è composta da tutti quei comportamenti di minaccia rivolti alla donna come: insultarla, imprecare contro di lei, urlarle, svalutarla, farle credere che è pazza, criticarla, sminuirla, ferirla nei suoi punti deboli ("sei grassa, brutta, stupida"), agire come "Dott. Jekyll e Mr. Hyde", cioè essere ambiguo, imprevedibile, distruggere le sue cose (foto, vestiti ecc..), denigrarla, minimizzarla, fare luce sugli abusi da lei subiti nell'infanzia, mentirle, impedirle di uscire e sottolineare i suoi sbagli per farla sentire in colpa.

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:02

Violenza fisica

chiapas-044LA VIOLENZA FISICA

La violenza fisica è caratterizzata da comportamenti agiti sul corpo della donna, come ad esempio spingerla, afferrarla, scuoterla, sbatterla contro il muro, sul pavimento, sul letto, schiaffeggiarla o picchiarla, prenderla a pugni, prenderla a calci, prenderla a morsi, sputarle addosso, prenderla a pizzicotti, strapparle i capelli, cercare di darle fuoco o bruciarla, picchiarla con un oggetto, afferrarla per la gola, cercare di strangolarla, provare ad affogarla, torturarla, pugnalarla o spararle, picchiarla quando è in gravidanza. Tra queste azioni sono comprese anche le pratiche tradizionali che recano danni permanenti alle donne, quali le mutilazioni dei genitali femminili.

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:01

Che cos’ è la violenza di genere

La violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente inuguali tra gli uomini e le donne (Piattaforma di Pechino 1995).

La violenza comprende "tutti gli atti di violenza contro il genere femminile che si traducono, o possono tradursi, in lesioni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della liberta" (Convenzione di Istanbul ratificata dall'Italia nell'agosto 2014)

Esistono molti tipi di violenza contro le donne: sessuale, fisica, psicologica, economica, stalking, mutilazioni genitali femminili, tratta, prostituzione forzata, matrimoni combinati, ecc.

La violenza è un fenomeno diffuso in tutto il mondo. In Italia sono quasi 6 milioni 800 mila le donne che hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita (Istat indagine La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia 2015).

Ad agire violenza sono gli uomini di tutto il mondo, senza distinzioni di nazionalità, religione, estrazione sociale, età. La larga maggioranza delle violenze sono agite all'interno di relazioni intime (matrimoni, convivenze, fidanzamenti) e all'interno della famiglia.

La dimensione sociale della violenza contro le donne ha le proprie radici in profonde motivazioni culturali e nei tradizionali modelli di relazione tra i generi: la violenza si configura quindi, in questo senso, come un modo per riappropriarsi di un ruolo gerarchicamente dominante, quello maschile.

Sabato, 30 Gennaio 2010 18:00

Agire, la violenza è una scelta

matisseAGIRE LA VIOLENZA E' UNA SCELTA

In molti pensano che la violenza sia generata da una malattia mentale oppure da una disfunzione biologica o da una caratteristica genetica. In realtà non esiste alcuna malattia mentale o disfunzione genetica che provochi la violenza.
Alcuni pensano che la violenza sia generata dall'abuso di alcool o droghe; in realtà l'alcool e le droghe possono esasperare alcuni atti di violenza ma non causarla, poichè chi è violento lo è sia sotto l'effetto di alcool e di droghe, sia quando è sobrio.
Altri pensano che la violenza sia generata da sporadici scatti di rabbia o da momenti di forte stress; in realtà tutte le persone vivono momenti di stress o rabbia ma possono scegliere di usare la violenza o meno.
Ci sono altre persone che pensano che la violenza sia provocata dal comportamento della vittima: la donna è masochista oppure è lei che, per qualche ragione, provoca l'uomo. In realtà il comportamento violento è un comportamento appreso, cioè un comportamento che un soggetto può decidere di esercitare o meno.
Il comportamento violento è un comportamento intenzionale volto ad esercitare un potere ed un controllo su una persona.
Di conseguenza, è necessario attribuire la responsabilità al giusto colpevole.
L'uomo violento può esprimere tratti caratteriali di gelosia poichè è fortemente dipendente dalla propria vittima. La possibilità di aggredire aumenta infatti se l'uomo teme di perdere la propria compagna: durante le separazioni, ad esempio, ogni forma di mediazione può diventare pericolosa per la vita della donna. L'uomo violento ha una visione rigida e tradizionale della vita e dei ruoli attribuiti agli uomini e alle donne.
L'uomo violento quindi non lo è perchè "perde il controllo" ma, al contrario, perchè sa dirigere la propria aggressività e agisce con violenza in modo selettivo.

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