Associazione Frida

Donne che sostengono donne

Sei vittima di violenza?

Spesso si crede che la violenza venga agita soltanto fisicamente. Ma non è così. Esistono altri tipi di violenza, forse meno visibili o più difficilmente riconoscibili, ma altrettanto gravi.

Nella maggior parte dei casi ad agire violenza è il partner o l’ex-partner, o un uomo conosciuto di cui ci fidiamo. Per questo motivo spesso riconoscere la violenza o iniziare un percorso per uscirne è difficile.

Se a farci del male, fisicamente o psicologicamente, è un uomo che amiamo o che abbiamo amato, è necessario molto spesso un supporto per comprendere cosa sta succedendo e cosa si può fare. 

Non è facile accettare che stia succedendo proprio a noi, non è facile riconoscere che si tratta di violenza quella che subiamo, soprattutto se non si verificano o non si sono ancora verificati episodi di violenza fisica o sessuale.

 

Cosa fare

Se credi di subire qualsiasi tipo di violenza contatta il centro antiviolenza più vicino (scopri qua i centri della rete D.i.Re)

Se vuoi contattare Frida e il centro antiviolenza Frida Kahlo chiamaci al numero 346 75 78 833.

I centri antiviolenza possono darti una mano, darti ascolto, accogliere ogni tua domanda, darti consigli o offrirti un luogo sicuro nelle situazioni più rischiose, e se lo vorrai, potranno sostenerti nel percorso che tu deciderai di intraprendere.

I centri antiviolenza sono luoghi di donne pensati per le donne. Le operatrici sapranno accoglierti, senza giudicare le tue scelte, i tuoi timori e le tue incertezze e rispettando i tuoi tempi e le tue scelte. Sapranno ascoltarti senza mai sostituirti a te o forzarti in decisioni che non vorrai prendere.

La finalità dei centri antiviolenza è quella di sostenere le donne nella loro libertà e autodeterminazione, aiutare le donne a rimettersi al centro della loro vita e dare spazio ai loro desideri. 

 

Cosa non fare

Sopravvalutare le tue possibilità, pensare di poterlo tenere sotto controllo o di cambiarlo. Fidarti di un suo cambiamento, delle sue promesse, delle sue scuse. La violenza di genere è una spirale. 

Sottovalutare le sue azioni o sminuire i segnali di violenza o cercare giustificazioni ai suoi comportamenti violenti (“ha bevuto troppo” “è stanco” “ha problemi a lavoro”)

Credere che la colpa o la responsabilità sia tua e illuderti che cambiando i tuoi comportamenti lui possa smettere di essere violento (“se non avesse fatto così, lui non avrebbe reagito…” “mi aveva chiesto soltanto…avrei potuto dargli retta…” ).

Farti condizionare dalle sue minacce, soprattutto quelle che riguardano i figli (“ti faccio togliere i figli” “i servizi sociali ti toglieranno i bambini”), quelle economiche (“non ti darò più soldi, non troverai lavoro, non potrai mantenere i bambini…”)

Credere alle sue offese (“non vali niente, sei un’incapace, senza di me non sei nessuna o non sai stare al mondo…”)

Sperare che con il tempo la violenza finirà

Pensare che non ci sia via d’uscita dalla relazione o da lui.

Se vi siete lasciati, accettare un ultimo appuntamento o le ultime spiegazioni, rispondere ai suoi messaggi, chiamate, richieste.

 

 

 

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